“L’aurora delle trans cattive. Storie, sguardi e vissuti della mia generazione trans gender” (ed. Alegre), il nuovo libro di Porpora Marcasciano, verrà presentato martedì 6 marzo alle 17.30 alle Officine Gomitoli(Lanificio piazza Enrico De Nicola 46, Napoli).
Porpora Marcasciano è presidente onoraria del Mit (Movimento Identità Trans), dopo esserne stata a capo dal 2010 al 2017, figura storica del transfemminismo italiano e voce della collettività Lgbti.
Dialogano con l’autrice Simonetta Marino, delegata alle Pari Opportunità del Comune di Napoli; Loredana Rossi, vice-presidente dell’Associazione Transessuali Napoli; Andrea Morniroli, della cooperativa sociale Dedalus.
L’evento rientra nella rassegna “Marzo Donna 2018 | Lazzare Felici: La creatività delle donne per una città sostenibile” organizzata dal Comune di Napoli (a cura della delegata alle Pari Opportunità), in porgramma in città dal 15 marzo al 16 aprile.
Abbracciando un periodo di circa quarant’anni e i suoi profondi cambiamenti socio-politici, Porpora traccia la propria genealogia trans aggiungendo tasselli essenziali alla ricostruzione storica di una cultura spesso relegata al margine. E lo fa da protagonista del percorso collettivo, ancora privo di una lettura condivisa, di chi si è posto consapevolmente nello spazio di confine tra i generi. Con una scrittura “visiva” in grado di rendere in immagini ciò che ha visto e vissuto, Porpora ci accompagna in un mondo popolato di leggendarie trans che hanno dato vita, forma, scena e sceneggiatura a un’esperienza per molti versi più vicina alla dimensione spettacolare o performativa che a quella della vita reale, da cui erano del resto assolutamente escluse. Vivere quella vita presupponeva avere muscoli, calli, scorza dura. L’assenza di riconoscimento e di diritti non poteva che favorire l’illegalità, e la prostituzione – fenomeno per molti aspetti con caratteristiche differenti da quelle odierne – diveniva l’asse portante dell’esistenza. Ma proprio questo percorso ha prodotto la capacità di parlare di sé in un tempo in cui esisteva solo lo sprezzante appellativo di “travestito” e nel vocabolario non c’erano ancora parole come transgender o gender variant. Gli aneddoti, i miti, le storie “scandalose” che Porpora racconta con il suo stile ironico e “favoloso”, si intrecciano con le riflessioni sulla presa di coscienza collettiva, sulla nascita del Mit (Movimento identità trans) e sulla conquista del riconoscimento giuridico con la legge 164 del 1982. Porpora recupera l’epica trans delle origini per rivendicare il percorso straordinario di persone perseguitate, violentate, ferite nella loro dignità umana, che hanno avuto la forza di incrinare la narrazione dominante che fa della transessualità una dimensione patologica, raccontando un’esperienza di vita unica. Che rifugge anche i tentativi di normalizzazione dell’epoca postmoderna.