Più di 100 pacchi alimentari consegnati, oltre a pannolini e prodotti igienizzante, e la fondamentale opera di supporto e mediazione sociale per la gestione di un’emergenza che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia.
È lo specchio del grande impegno profuso dagli operatori della Cooperativa sociale L’Uomo e il Legno di Scampia nell’ambito dell’emergenza Covid-19 esplosa improvvisamente al Campo Rom di Secondigliano. Oltre 10 ore al giorno di presenza costante per dare un contributo a sostegno dell’Asl e delle istituzioni che si sono attivate per il contenimento dell’epidemia nella struttura di via Circumvallazione Esterna, dichiarata “zona rossa” dalla Regione Campania dal 3 al 19 dicembre. “Ma l’allarme è scattato molto prima e precisamente il 23 novembre. – ricorda la dott.ssa Monica De Franco, referente Area Rom ed Emergenze sociali e coordinatrice del Servizio di Integrazione Scolastica Alunni Rom, Sinti e Caminanti (RSC) – Quel giorno abbiamo ricevuto la prima telefonata di una donna risultata positiva al Coronavirus. Senza l’encomiabile impegno degli operatori della Cooperativa, la situazione sarebbe potuta degenerare”.
Dalla struttura di Viale della Resistenza, sede della Coop. L’Uomo e il Legno presieduta da Enzo Vanacore, in tre settimane sono partiti oltre 100 pacchi contenenti generi alimentari di prima necessità: pasta, latte, biscotti, con una particolare attenzione per i tanti piccoli residenti al Campo Rom di Secondigliano. Non sono infatti mancati gli omogeneizzati e i pannolini. “Le risorse garantite dal Comune non bastavano a coprire il fabbisogno della comunità, per questo motivo abbiamo chiesto aiuto alla rete territoriale ed informale – sottolinea la dott.ssa De Franco – riscontrando grande disponibilità. Abbiamo posto l’attenzione soprattutto sui più piccoli, quelli con i quali da mesi siamo a contatto nell’ambito dei progetti di inclusione scolastica che da anni vedono la Coop. L’Uomo e il Legno in prima fila. E anche in questa drammatica circostanza, che esulava rispetto alle nostre competenze, non ci siamo tirati indietro. Gli occhi raccontano delle storie e gli sguardi incrociati al Campo Rom di Secondigliano ci hanno gridato solitudine, smarrimento, vuoto; non potevamo non sentire, avevamo e abbiamo il dovere di ascoltare”.
Soprattutto nelle prime settimane dell’emergenza, ancor prima che venisse dichiarata la zona rossa, gli operatori de L’Uomo e il Legno hanno infatti lavorato fianco a fianco con l’Asl Napoli 1 Centro, dando un contributo fondamentale nelle attività di screening e monitoraggio della situazione socio-sanitaria del Campo Rom, supportando il Contact Tracing e accompagnando l’equipe all’interno della struttura durante le rilevazioni che hanno poi portato alle due ordinanze regionali con le quali è stato “chiuso” il Campo. “L’emergenza Covid 19 al Campo Rom di Secondigliano ha messo a nudo, ancora una volta, la necessità di intervenire in maniera importante e preventiva su questo grave fenomeno di marginalità sociale – ribadisce il presidente della Cooperativa sociale L’Uomo e il Legno, Enzo Vanacore – Abbiamo dovuto insistere nel chiedere una cabina di regia stabile al Comune di Napoli per prevenire il peggio e per poter sistematizzare e concretizzare gli interventi nella struttura, perché anche da parte delle nostre istituzioni non c’è sempre la piena consapevolezza delle difficoltà che lì si palesano quotidianamente. E allora questa emergenza, che ci ha lasciato oltre 100 contagiati e purtroppo anche una donna deceduta, proprio a queste istituzioni deve aprire gli occhi: è necessario, ora più che mai, sostenere con continuità gli interventi di inclusione per la Comunità Rom, tracciare linee più definite per l’inserimento sociale e offrire pari opportunità, a partire dal diritto all’abitare e all’istruzione”.