La congiuntura economica attuale sta imponendo la necessità di ripensare l’impresa sociale, soprattutto nel Sud Italia. Impoverimento progressivo e contrazione delle risorse pubbliche hanno creato delle realtà nuove da un punto di vista economico e di imprenditoria: sono sempre più numerosi i cittadini che si auto-organizzano, nel tentativo di rispondere ai bisogni collettivi in tema di vivibilità, sostenibilità economica, salute, esclusione sociale. Nascono così le esperienze di housing sociale, gruppi di acquisto, banche del tempo, distretti ecologici. L’impresa sociale di comunità nasce da queste e da altre iniziative di aggregazione spontanea. Si tratta di una nuova forma imprenditoriale che in Paesi come l’Inghilterra è da tempo una realtà consolidata, e che sta trovando possibilità di sviluppo anche sui nostri territori.
Alternativa sia all’impresa capitalistica sia all’impresa pubblica e alla pubblica amministrazione, l’Impresa sociale di comunità si vuole un’alternativa sociale, necessaria. Mercoledì 20 marzo 2019 alle ore 15 si terrà presso la Sala Rari della Biblioteca Nazionale di Napoli il convegno Impresa di comunità: per uno sviluppo diverso, promosso da Gesco gruppo di imprese sociali e l’Università Federico II. Il convegno del 20 marzo sarà l’occasione per fare il punto sulle imprese sociali di comunità a Napoli e in Campania e per capire come sostenerne la crescita, mettendo in rete soggetti dell’economia sociale, dell’università e delle istituzioni locali.
Il programma prevede gli interventi di: Luigi de Magistris, sindaco di Napoli; Francesco Mercurio Direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli; Sergio D’Angelo presidente del gruppo di imprese sociali Gesco; Marco Musella, professore di Economia politica nell’Università Federico II di Napoli; Marco Gargiulo Presidente del consorzio nazionale di cooperative sociali Idee in Rete; Marina Albanese professore di Politica economica alla Federico II; Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità; Patrizia Stasi presidente della Fondazione Banco Napoli per l’Assistenza all’Infanzia. Le conclusioni saranno affidate a Carlo Borzaga professore di Politica Economica nell’Università di Trento.
L’impresa di comunità poggia su due pilastri: la partecipazione della società civile alla produzione e alla gestione di beni e servizi e il perseguimento dell’interesse generale per una determinata comunità locale. In Italia queste nuove imprese svolgono un ruolo importante, perché contribuiscono al recupero di aree urbane degradate oppure segnate da fenomeni di marginalità sociale e alla rivitalizzazione di aree rurali a rischio spopolamento. Lo spiega bene la recente ricerca Imprese di comunità. Innovazione istituzionale, partecipazione e sviluppo locale (a cura di Pier Angelo Moti e Jacopo Sforzi Il Mulino, collana Studi e Ricerche 2019), che sarà discussa nel corso del convegno. Il volume analizza come funzionano le imprese di comunità e ne esamina l’efficacia come strumento di sviluppo locale, citando, tra le altre, l’impresa di comunità La Paranza fondata da padre Loffredo.