Anche Gesco firma l’appello lanciato da Psichiatria Democratica “Fermiamo il massacro di civili in Myanmar” per accendere i riflettori sulle condizioni drammatiche del popolo del Myanmar, in passato noto come Birmania, in cui, a causa delle proteste anti golpe, sono morte, in questi mesi, centinaia di persone, 600 secondo l’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici (Aapp).Il caos nel paese asiatico sta avendo ripercussioni anche nel Regno Unito, dove, proprio nelle scorse ore, l’ambasciatore del Myanmar a Londra, Kyaw Zwar Minn, ha accusato l’addetto militare della sede diplomatica di aver “occupato” l’edificio e di impedirgli di rientrare. Il diplomatico si era espresso contro il colpo di Stato militare dello scorso febbraio e aveva chiesto la liberazione della leader del governo civile Aung San Suu Kyi.
L’iniziativa lanciata da Napoli da PD, ha già avuto oltre 300 adesioni da parte di organizzazioni sociali, cittadini e rappresentanti del terzo settore.
L’appello per fermare il massacro del popolo birmano
Di seguito, il testo dell’appello, indirizzato al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio e al Presidente della Commissione Esteri Della Camera dei Deputati Piero Fassino.
Sono trascorsi quasi due mesi dal golpe perpetrato dai militari ai danni della popolazione del Myanmar e del suo governo eletto democraticamente attraverso le elezioni dello scorso 8 novembre. Migliaia le persone imprigionate durante le manifestazioni pacifiche, che si ripetono ogni giorno ed oltre 500 sono stati i morti, tra i quali bambini e giovani, come riferiscono le poche fonti che ancora riescono a trasmettere le notizie, mentre internet è stata bloccato.
Le associazioni e i cittadini firmatari di questo appello chiedono che si metta fine a questo massacro e cessino le violenze contro inermi cittadini che non si sono fermate nemmeno durante i funerali di una delle vittime civili. Per noi è quanto mai urgente che si ristabiliscano le regole democratiche e si rilanci il processo di pacificazione e di sviluppo per l’ex popolo birmano tanto provato.
Malgrado le prese di posizione di netta condanna nei confronti dei golpisti e della loro cieca violenza espressa da molti Paesi dell’Unione europea, tra i quali l’Italia e la Germania, e dagli Stati Uniti, la situazione nel Paese del sud est asiatico resta assai drammatica ed ogni giorno si contano nuove vittime.
Papa Francesco ha rivolto un appello alla comunità internazionale perché si adoperi affinché le aspirazioni del popolo del Myanmar non siano soffocate dalla violenza. Altre autorità morali, religiose e civili hanno fatto proprio questo appello. I sottoscrittori questo appello invitano la società civile, il mondo della cultura, le forze democratiche a fare sentire, malgrado l’emergenza Covid, la propria voce e chiedere un urgente e risolutivo intervento della diplomazia mondiale affinchè in tempi brevi sia ripristinata la democrazia in Myanmar, siano garantite a tutti le libertà civili, termini la sanguinosa repressione che colpisce in particolare giovani, donne e civili inermi.
Per sottoscrivere la petizione su Avaaz, clic qui
Maggiori informazioni su www.psichiatriademocratica.org